Il 12 ed il 13 dicembre si è riunito il Consiglio Europeo a Bruxelles per affrontare alcuni temi strategici per l’Europa: l’azione per il clima e la definizione della posizione rispetto al Quadro Finanziario Pluriennale – QFP o più comunemente MFF in inglese, dell’Unione Europea per il periodo 2021 – 2027. Se il primo obiettivo è stato raggiunto, l’accordo sul nuovo MFF sembra destinato ad un ulteriore rinvio.
Europa “climate neutral” entro il 2050
Con soddisfazione il presidente del Consiglio Charles Michel ha annunciato che si è registrata una condivisione di tutti gli Stati Membri, sebbene con la riluttanza della Polonia, nell’obiettivo di rendere l’Unione Europea climaticamente neutrale entro il 2050 e nello stabilire un piano di investimenti per implementare questa strategia.
Verso il Green New Deal
Con l’insediamento della nuova Commissione Europea maggiore enfasi è stata prestata alla sfida climatica e alla realizzazione del Green New Deal che la nuova presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha definito nel suo discorso alla plenaria del Parlamento Europeo come: “la nostra nuova strategia di crescita, in quanto contribuirà a ridurre le emissioni e al tempo stesso creerà occupazione.”
Per raggiungere l’obiettivo, ambizioso quanto necessario, di rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050, il Consiglio ha accolto con favore l’annuncio della BEI – Banca Europea per gli Investimenti, per sostenere investimenti, per un valore di 1 000 miliardi di euro a favore dell’azione per il clima e della sostenibilità ambientale nel periodo 2021-2030 e ha appoggiato le intenzioni espresse dalla Commissione Europea di allocare circa 100 miliardi a sostegno del Green New Deal.
Negoziato per il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale
L’accordo rispetto al prossimo QFP è stato invece rinviato e si prevede la convocazione di un Consiglio straordinario che potrebbe celebrarsi a fine febbraio 2020. Il rinvio rappresenta un ulteriore rallentamento nel processo di negoziato che potrebbe portare ad un successivo ritardo nell’approvazione dei regolamenti che stabiliscono i vari programmi finanziati dall’UE e dunque determinare un ritardo nell’avvio della nuova programmazione europea.
Come noto, sulla proposta di QDP lanciata dalla Commissione Europea a maggio 2018 è intervenuto il Parlamento Europeo con alcune richieste di modifica, ma fino ad ora il Consiglio non ha adottato alcuna posizione ufficiale.
Quest’ultimo è, infatti, chiamato ad esprimersi sia rispetto all’ammontare complessivo delle risorse da mobilitare, quindi alle dimensioni nel nuovo bilancio pluriennale, sia in riferimento alla ripartizione di queste risorse in rubriche di spesa e specifiche voci.
In termini strategici, la sfida che sta affrontando il Consiglio è quella di trovare un equilibrio tra politiche tradizionali dell’UE come la politica agricola comune e la politica di coesione, il cui importo è destinato ad essere ridotto, e l’elaborazione di nuovi strumenti per rispondere alle sfide emergenti come quelle relative al fenomeno della migrazione e all’azione per il clima.
Brexit
Il Consiglio si trova anche a fare i conti con la prospettiva della Brexit, e dunque con il venire meno del contributo economico della Gran Bretagna al bilancio comunitario, che dopo il risultato delle elezioni svolte il 12 dicembre e la netta affermazione del Partito Conservatore guidato da Borson Johnson è sempre più vicina. Anche per questa ragione, ovvero per poter affrontare il dibattito sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale in uno scenario che tenga conto dell’uscita definitiva della Gran Bretagna, è stata assunta la decisione di rinviare la negoziazione a febbraio 2020.
Conferenza sul futuro dell’Europa
Il Consiglio ha anche valutato l’idea di convocare una conferenza sul futuro dell’Europa da avviare nel 2020 e portare a compimento nel 2022.